Ecco come l’MVP può fare la differenza nella validazione di un prodotto digitale nelle fasi iniziali del progetto, risparmiando tempo e denaro.

Ogni giorno nel mondo vengono resi disponibili centinaia di nuovi prodotti digitali, scaricabili su App store o su Google play, o fruibili online grazie a web-app dedicate. Il momento dell’online è un traguardo importantissimo per chi lavora nel nostro settore, la progettazione e lo sviluppo di prodotti digitali necessitano di mesi di impegno, durante i quali molto del tempo viene impiegato a correggere il tiro, cambiare idea, perfezionare il prodotto fino allo sfinimento per essere pronti alla prova costume del lancio sul mercato.

Ma cosa succederebbe se, dopo tutta questa fatica, gli utenti non fossero interessati al nostro prodotto? O cosa accadrebbe se l’idea di fondo fosse completamente sbagliata? In poche parole, avremmo buttato all’aria mesi e mesi di lavoro e di soldi.
Ed è proprio qui che entra in gioco l’MVP.

Cosa significa MVP

Il Minimum Viable Product (letteralmente prodotto con i requisiti minimi accettabili) è la versione di un nuovo prodotto che permette di raccogliere il massimo numero di dati e validazioni riguardo agli utenti con il minimo sforzo, secondo Eric Ries, imprenditore e blogger americano autore di The Lean Startup e padre del concetto di Lean.

In pratica, l’MVP è una simulazione del prodotto digitale (come un prototipo di alto livello), o una sua versione molto semplificata, che permette sia una validazione da parte di potenziali investitori, sia un lancio anticipato sul mercato. Il tutto con l’obiettivo di raccogliere feedback dagli utenti per costruire il prodotto perfetto in maniera iterativa. Si tratta cioè di dare all’utente quello di cui ha bisogno prima di essere assolutamente certi di cosa vorrebbe.

Le caratteristiche di un MVP sono riassumibili in tre semplici punti: 

  • Fornisce abbastanza valore da rendere il prodotto appetibile agli utenti dopo il suo lancio;
  • Dimostra che saranno implementate future feature in modo da convincere gli early adopters a restare;
  • Crea un loop di feedback che aiuta a guidare le future iterazioni del prodotto.

L’MVP infatti contiene le funzionalità chiave del nostro prodotto, tralasciando in un primo momento tutto quello che è definibile come “nice to have”.

Come funziona l’MVP?

Individuare le key feature

Come primo step bisogna definire delle priorità. Immaginate, ad esempio, di dover lanciare sul mercato una nuova app per creare wishlist con i prodotti che vorreste comprare o ricevere in regalo. Le funzionalità principali dovrebbero essere molto poche: creare delle liste e organizzarle, aggiungere in qualche maniera i prodotti alle liste e condividere le liste con i propri amici. In poche settimane potreste avere già un primo prodotto da testare.

Ma se voleste aggiungere ulteriori funzionalità, come l’integrazione con facebook, un database di prodotti integrato con amazon tra cui poter scegliere, la possibilità di avere liste co-gestite da famigliari e amici, o un sistema di messaggistica interno alla lista, allora il tempo di progettazione e di sviluppo si dilaterebbe enormemente. Perché aspettare tanto tempo ed investire nell’implementazione di funzionalità che non sono fondamentali per i nostri utenti quando possiamo procedere per step e capire insieme a loro quello che veramente vogliono?

Testare e validare

Una volta individuate le key feature e realizzata una roadmap di progetto, l’MVP sarà la vostra cartina tornasole per capire se vi state muovendo nella direzione giusta. Validando con A/B testing, con user test qualitativi e quantitativi, o semplicemente analizzando i dati di Google Analytics relativi all’utilizzo del vostro prodotto vi saranno più chiari i prossimi step da fare e le feature da implementare.

Non solo per le startup

L’MVP nasce nel contesto della metodologia Agile applicata al mondo delle startup, ma è attualmente utilizzato da grandi aziende e da big player in tutto il mondo. Per fare un esempio, quando è stato lanciato Facebook non era presente la funzionalità della timeline. Airbnb invece non offriva ancora servizi di experience a corollario del sistema di prenotazione di case e appartamenti privati. Queste funzionalità sono state aggiunte successivamente, imparando dagli errori e ascoltando la voce degli utenti che utilizzavano il prodotto. Qualsiasi tipo di business può trarre beneficio da un approccio iterativo di questo tipo.

MVP made easy: quali metodologie o approcci usare?

Prototipazione rapida

È il metodo migliore per validare un prodotto col minimo sforzo, che permette di creare una prima valida versione e a raccogliere feedback importanti prima di iniziare la dispendiosa fase di sviluppo. I prototipi di alto livello possono essere realizzati successivamente dal team di design, dopo una fase di allineamento con gli altri reparti (business, marketing, IT), e testati con gli utenti tramite test qualitativi. Sono anche ottimali per presentare un’idea a possibili investitori o decision makers all’interno dell’azienda.

Code based MVP

Un’altra strada è quella di sviluppare un MVP reale, ovvero non prototipato, metterlo in produzione e lanciarlo sul mercato per raccogliere feedback da un bacino più ampio di utenti. Tuttavia, questo è sicuramente più dispendioso della prototipazione e il rischio è quello di passare troppo tempo a perfezionare il prodotto prima di testarlo.

User testing

I test qualitativi con gli utenti sono il modo migliore per raccogliere informazioni importanti sul nostro MVP, come spunti, suggerimenti, idee, feature mancanti o problemi di usabilità. Statisticamente bastano solo 5 persone in target per capire quali sono i problemi del nostro prodotto.

Design Sprint

Il Design Sprint è una metodologia cheriesce a comprimere in un processo guidato e condiviso di 4 giorni l’ideazione, la progettazione, la prototipazione e il testing di un prodotto. È sicuramente uno dei modi migliori per avvicinarsi a un MVP e raccogliere insight in un tempo brevissimo.

Da MVP a MLP: un prodotto da far amare

Creare un MVP non significa realizzare una versione povera del nostro prodotto, ma semplicemente una versione essenziale. È importante non trascurare l’aspetto esperienziale della progettazione e offrire all’utente un qualcosa sì di semplice e usabile, ma a cui si potrebbe comunque affezionare.

Per questo, recentemente, si sta parlando di un passaggio dal concetto di MVP a quello più umano di MLP (Minimum Lovable Product). Dobbiamo ricordare sempre che i nostri utenti sono persone dotate di sentimenti ed emozioni, e si affezionano più facilmente ad un prodotto che offra loro un’esperienza piacevole. Per fare questo, il prodotto dovrà essere focalizzato sul fornire le feature principali in maniera visivamente appagante, grazie ad un attento lavoro di UX e UI.

Adatta l’MVP alle tue necessità

In sostanza il concetto di MVP non è scolpito nella roccia e il modo in cui metterlo in pratica può essere adattato alle necessità di ogni singola azienda o prodotto: c’è chi ha bisogno di un approccio più design oriented e dettagliato, chi invece vuole testare una funzionalità prima di definirne il look and feel. Cerca di capire qual è il tuo obiettivo e cosa vorresti imparare dal tuo MVP e scegli l’approccio che più si adatta alla tua azienda: questo ti aiuterà a risparmiare tempo e fatica e a lanciare il tuo prodotto senza brutte sorprese.